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HO FALSIFICATO UN CONTRATTO DI AFFITTO: RISCHIO RIPERCUSSIONI PENALI? L'Avvocato risponde 

HO FALSIFICATO UN CONTRATTO DI AFFITTO: RISCHIO RIPERCUSSIONI PENALI?

A questo reprensibile comportamento, da risposta giuridica l’avvocato Simone Labonia.

La falsificazione di un contratto di affitto come scrittura privata, è stata di recente depenalizzata, configurando solo un illecito amministrativo.
Le conseguenze derivanti, però, possono rappresentare un comportamento grave e sanzionato dalla legge italiana. Non si tratta solo di una scorrettezza civile, ma di un vero e proprio reato penale, con conseguenze rilevanti sia per chi falsifica sia per chi ne trae beneficio o ne subisce il danno.

In primo luogo, è fondamentale distinguere tra falsità materiale e falsità ideologica. La prima riguarda l’alterazione fisica del documento: ad esempio, la modifica della durata del contratto, dell’importo del canone o dei dati delle parti. La seconda, invece, riguarda il contenuto: inserire informazioni false, come un fittizio accordo tra le parti o una data retroattiva per aggirare norme fiscali o vincoli contrattuali.

Nel nostro ordinamento, questi comportamenti rientrano tra i reati di falso previsti dal Codice Penale, in particolare dagli articoli 476 e seguenti. La falsificazione di un contratto di affitto può costituire:

Falsità materiale commessa da privato in atto pubblico o scrittura privata (art. 482 c.p.), punita con reclusione fino a 2 anni, se il documento è una scrittura privata;

Falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico (art. 483 c.p.), nel caso si attesti il falso davanti a un pubblico ufficiale;

Inoltre, se la falsificazione ha fini fiscali, può configurarsi anche il reato di evasione fiscale.

Le conseguenze non si fermano alla sanzione penale. La parte lesa, che può essere il locatore, il conduttore o anche l’Agenzia delle Entrate, può agire in sede civile per chiedere l’annullamento del contratto, la restituzione di somme indebitamente percepite, e un risarcimento del danno.

Un caso tipico riguarda la falsa registrazione di un contratto con un canone inferiore a quello effettivamente pattuito, per pagare meno imposte. Tale pratica non solo è sanzionabile fiscalmente, ma, se provata, porta a conseguenze penali per entrambe le parti, soprattutto se vi è dolo condiviso.

È bene ricordare che la firma falsa, l’uso di dati non veritieri o la manipolazione di un contratto sono facilmente accertabili tramite perizie calligrafiche, confronti documentali e indagini tributarie.

In conseguenza, la falsificazione di un contratto di affitto non è solo una scorciatoia illegale, ma un atto che può comportare processi penali, multe salate e danni reputazionali. Un comportamento deprecabile che mina la fiducia nei rapporti contrattuali e va combattuto con strumenti giuridici e consapevolezza sociale.

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